Colle Aperto
Tappa 1 - L’Acquedotto Magistrale aveva origine in corrispondenza del baluardo di S. Alessandro. Si snodava poi all’interno della città antica sfruttando la pendenza naturale delle colline e scorrendo in condotte “a pelo libero”, cioè non in pressione, per la maggior parte del percorso.
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Cittadella Torre di Adalberto
Tappa 2 - Prima importante utenza rifornita dall’acquedotto era la Cittadella: un “partitore”, posto lungo il condotto, riforniva l’abitazione del Capitano. Da notare la presenza di una tubazione, in pressione, che riforniva un lavello nelle cucine, al primo piano dello stabile, a fianco della Torre di Adalberto. Dalle cucine l’acqua scendeva e riforniva un abbeveratoio per cavalli, posto ove attualmente si trova la fontana a fianco della torre.
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Piazza NuovaOra Piazza Mascheroni
Tappa 3 - Al centro della piazza, verso via Boccola, nel 1606 è stata edificata una cisterna sotterranea dalla quale l’acqua poteva essere prelevata tramite un pozzo. Nel 1682 è stato costruito un condotto, derivato dall’Acquedotto Magistrale nel cortile di palazzo Benaglia – Roncalli sul lato sud della piazza, per alimentare la cisterna. Il pozzo attualmente visibile risale al 1763 ed al suo interno, nel 1818, è stata posizionata una pompa a stantuffo per prelevare l’acqua.
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Via ColleoniAngolo Vicolo S. Agata
Tappa 4 - La fontana medioevale, dotata di piccola cisterna sul retro e due rubinetti di prelievo, era alimentata dalla derivazione dell’Acquedotto Magistrale che da via San Salvatore scendeva lungo il lato sinistro di via Salvecchio. La fontana era inserita nel palazzo Secco Suardo ed i proprietari potevano attingere l’acqua, per i loro usi, direttamente dalla cisterna. L’acqua sovrabbondante alla fontana era incanalata ed utilizzata per il convento di S. Agata, trasformato poi in carcere.
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Piazza Vecchia
Tappa 5 - Elemento caratteristico della piazza è la fontana Contarini, un tempo collegata all’Acquedotto Magistrale La fontana, donata alla Città dal podestà Alvise Contarini nel 1780, era alimentata tramite tubazione in pressione per dare vita allo zampillo della vasca centrale. Altra derivazione alimentava le utenze del palazzo del Podestà che si affacciava su piazza Vecchia e dai primi anni del 1800, quando è stato edificato, anche il Teatro Sociale.
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Piazza Duomo
Tappa 6 - Al di sotto del giardino della Curia Vescovile si è conservato il secondo partitore detto del Vescovado, dove erano collegate le canalizzazioni per le utenze interne alla Curia stessa, per la fontana di San Michele dell’Arco, per la fontana di Antescolis o di Santa Maria Maggiore, per il palazzo della MIA in via Arena, per il Fontanone e la prosecuzione dell’Acquedotto Magistrale verso il terzo partitore di piazza Mercato del Pesce.
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Piazza Mercato del pesceOra Reginaldo Giuliani
Tappa 7 - Il Fontanone Visconteo, edificato nel 1342, è una grande cisterna capace di circa 2000 metri cubi, alimentata da una tubazione che dipartiva dal partitore del Vescovado. L’acqua, sino alla fine del 1700, poteva essere prelevata tramite due pozzetti e un rubinetto posta sotto le scale di accesso all’Ateneo. Successivamente è stata costruita la pompa a stantuffo visibile tutt’oggi.
Al di sotto della piazza un tempo si trovava un partitore alimentato tramite una condotta derivata dal Partitore del Vescovado. E’ possibile intuire la presenza della condotta grazie alle lettere AQ incise su alcune pietre del Fontanone, sul lato verso il Duomo. Il partitore del Mercato del Pesce era ad una profondità di circa quattro metri e si derivavano da questo i condotti per la fontana di San Pancrazio, per la contrada di San Cassiano, l’attuale via Donizetti e per la fontana di via San Giacomo.
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Lavatoio di via Mario Lupo
Tappa 8 - Costruito nel 1891 con la cisterna sottostante, il lavatoio era alimentato tramite la derivazione verso la fontana di San Pancrazio, con tubazione posta al di sotto della contrada delle Beccherie, ora via M. Lupo.
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Contrada di San CassianoOra Via Donizetti
Tappa 9 - Dal partitore del Mercato del Pesce l’Acquedotto Magistrale proseguiva il suo percorso al di sotto di via Donizetti, alimentando varie utenze e la fontana medioevale, con piccola cisterna, posizionata sul lato sinistro della via per chi scende verso la città nuova. L’acqua poteva essere prelevata da un rubinetto ora scomparso.
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Piazza Mercato delle Scarpe
Tappa 10 - L’Acquedotto Magistrale, uscendo da via Donizetti, riforniva la cisterna edificata nel 1485 al di sotto di piazza Mercato delle Scarpe. L’acqua, prima di riversarsi nella cisterna, era scaricata in un sistema di vasche di decantazione che circondano, ancora oggi, la cisterna.
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Via Porta Dipinta
Tappa 11 - Da piazza Mercato delle Scarpe l’Acquedotto Magistrale scendeva lungo via porta Dipinta, alimentando alcune utenze e la fontana visibile lungo la via stessa. La fontana, di struttura medioevale, era dotata di piccola cisterna sul retro e di un rubinetto di presa dell’acqua.
Qui terminava l’Acquedotto Magistrale.
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Piazzetta Pozzo Bianco
Tappa 12 - Scendendo lungo via porta Dipinta si giunge alla piazzetta del Pozzo Bianco, che prende il nome da un antico pozzo, con vera in marmo bianco, esistente un tempo in questo luogo. Oggi si è conservata solo la parte sotterranea del pozzo. Tale struttura era alimentata, oltre cha da acqua di falda, da una derivazione dell’Acquedotto di Prato Baglioni.
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Via Osmano
Tappa 13 - La fontana, con struttura di epoca medioevale, risulta inglobata nel palazzo Trussardi. Dalla strada si vede lo spazio pubblico, un tempo accessibile tramite scalinata, dove poteva essere prelevata acqua. La fontana era dotata di cisterna. I nobili Sottocasa, vecchi proprietari del palazzo, potevano attingere acqua per i loro usi direttamente dalla cisterna tramite pompa a mano.
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S. Agostino
Tappa 14 - La fontana di Sant’Agostino, con la sua cisterna, sono state edificate nel 1575. Inizialmente la fontana riceveva acqua solo da una sorgente non lontana, successivamente è stata collegata con l’Acquedotto di Prato Baglioni.
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Serbatoio di S. Agostino
Tappa 15 - Ai piedi delle Mura Venete (Patrimonio Unesco) il serbatoio di sant’Agostino con le sue volte a botte venne costruito fra il 1876 ed il 1881 per raccogliere le acque delle grandi sorgenti che servivano la Città: inizialmente da Bondo Petello di Albino, poi quelle di Algua, ora quelle della Nossana (Ponte Nossa) e del Costone (Casnigo) provenienti dalla Valle Seriana. Queste vasche, ancora oggi, svolgono la funzione di riserva idrica nei momenti di picco dei consumi che grosso modo coincidono con i tre pasti principali.
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